Recensioni del cd "Dummy and Human"

Jazzcom feat. Flavio Boltro - “Dummy and Human” - Dodicilune 2011 - Rassegna stampa/web


Marco Bassi - Jazzconvention, 2013

Santo hard-bop e santo jazz modale!!! Quanta passione debordante e quanto amore viscerale per la grande tradizione in questo caldissimo lavoro di Corrado Abbate e i suoi Jazzcom. Classe 58, Abbate è pianista torinese di notevole esperienza, ideatore di importanti realtà, come il Multiverse Jazz Quartet, e collaboratore occasionale anche di prestigiosi musicisti internazionali, come Mike Mainieri, vibrafonista degli Steps Ahead. Nella sua produzione non ha mai celato uno spiccato gusto per le realizzazioni degli anni sessanta e settanta, dalle esperienze modali al jazz-rock più verace. A testimoniarlo sia le opere meno recenti come Stultifera Navis o Un'ombra in cammino (per la Philology), che quest'ultima incisione. Schietta nella comunicatività, radicata nelle suddette tradizioni, ma anche portatrice di un pugno di brani di altissima qualità, per scrittura ed esecuzioni. Ad affiancarlo, una band di validissimi musicisti, con Flavio Boltro, stella internazionale del jazz italiano, completamente a suo agio nel collaudatissimo sound. Una tracklist tutta da godere. Si parte in tre quarti con la rivisitazione di un tradizionale latino, Guajira. Modalismi tyneriani nel "comping", ampi spazi nella dichiarazione tematica, emozionalità. Aeolian Canon galleggia in 5 come un granitico battello sul corso delle esplorazioni collettive dei sax, mentre i polychords di Abbate, autore di gran parte delle composizioni, scolpiscono incessantemente la tessitura ritmica. Segue I love Art, dove prima Gigi Di Gregorio e poi Danilo Pala succedono al break di Boltro prendendo un autentico Eurostar, con soli torrenziali densi di parkerismi e angoli boppistici. That's my Job evoca la stagione d'oro della fusion, con un incisivo pedale introduttivo al basso di Fabio De March. Vitti 'na crozza pare uscita da un soggiorno di Horace Silver nel Mediterraneo, così autenticamente silveriana nel "vamp" all'unisono di piano e basso, quanto profondamente lirica nell'esposizione melodica. La band gira al massimo, affiatatissima da una storia di lungo corso assieme. Ne è un esempio il fast di Step Back: intro esplosiva, soli con Boltro a pieno gas, scambi feroci. Siamo dalle parti delle incisioni Blue Note più sapide e graffianti. Un disco che riascolteremo immediatamente prima di collocarlo tra le produzioni più genuine e devote alle cosmogonie dell' Hard-bop e del jazz modale. Autentico, appassionato, abile.
 

Simone Bardazzi - Audiophilesound, 2012

Ci sono voluti sei anni per ascoltare un nuovo lavoro dei Jazzcom, dopo l'eccellente esordio di Stultifera Navis e la successiva collaborazione live con il vibrafonista Mike Mainieri. Dummy and Human vede la partecipazione straordinaria, come ospite, del trombettista Flavio Boltro. La band del pianista torinese Corrado Abbate anche questa volta si muove trasversalmente nei territori del jazz di contaminazione in chiave acustica. Le tracce in scaletta sono composizioni originali dello stesso Abbate, assieme ad alcune gustose riletture di temi classici o popolari (fra cui anche il celebre Vitti 'na crozza). L'apporto di Boltro sembra spingere ulteriormente la band ad insistere sull'approccio hard-bop, piuttosto che cedere alle lusinghe della fusion moderna. Seppure l'album non risulti essere una vera e propria sorpresa, il livello artistico dei Jazzcom è fuori discussione, così come la piacevolezza del lavoro. A differenza di molte incisioni della Dodicilune, solitamente effettuate in studi di vario livello, ma con una certa omogeneità qualitativa, il presente lavoro si distingue per un sound meno "ruspante" e più patinato. Vuoi per l'eccellenza del cast, vuoi per i contenuti musicali, il sound di questa incisione sembra far l'occhiolino alle produzioni più mainstream. Come spesso accede nelle produzioni targate Dodicilune, i referenti immediati non sono gli ascoltatori audiophili, ma un pubblico meno attento a certe caratteristiche qualitative. Proprio per questo molti di noi troveranno la presente incisione meno interessante sotto il profilo audio di tante altre della stessa "label". A parte questo, è bene chiarire che il profilo di ascolto è di ottimo livello, con un soundstage arioso, una buona estensione in profondità e un'immagine sonora ben delineata. La dinamica è rispettosa dell'ottimo interplay dei Jazzcom e il sound complessivo risulta ben bilanciato, senza troppe smagliature.


Francesco Peluso - Fedeltà del suono, 2012

Il pianista Corrado Abbate, il tenorista Gigi Di Gregorio, il contraltista Danilo Pala, il bassista elettrico Fabio De March e il batterista Carlo Bernardinello formano il quintetto Jazzcom Project che, in questo Dummy and Human, propone, in compagnia del trombettista torinese Flavio Boltro, un itinerario tanto intrigante quanto variegato. Il lavoro presenta una trasversalità di fondo che spazia, con una dosata razionalità espressiva, dall' hard bop al funky, da taluni riferimenti alla musica eurocolta ad alcune dinamiche proprie della fusion, coraggiosamente mescolate e arrangiate con gusto e personale impronta formale. I brani, quasi tutti a firma di Corrado Abbate, connotano un percorso sostanzialmente discontinuo che va dalla struttura di matrice iberica del primo '900 di Guajira (completamente riarrangiata in forma modale) all'intrigante Aeolian Canon (brano in 5/4 realizzato sotto forma di canone a più voci per i sassofoni), da I love Art (scrittura dedicata dal pianista al grande Art Pepper) fino a Dummy and Human, che propone un robusto latin dall'ampio respiro orchestrale. Pertanto, come sopra evidenziato, il disco si snoda in nove tracce piuttosto diversificate fra loro, in cui di volta in volta si avvicendano fasi corali ed altre individuali e dove si distinguono per bellezza estetica i primi piani di Flavio Boltro con talune alchimie elettroniche. Se poi andiamo ad analizzare Don't ask me why, struttura dalla connotazione fusion attraversata da una parte di stampo ballad e la versione in jazz di Vitti 'na crozza (conosciuto canto popolare della tradizione siciliana) intuiamo ancor più il bridge ideato da Abbate e compagni nel mettere in piedi un organico rivolto a una visione jazzistica a tutto tondo. Niente di originalissimo, intendiamoci, tuttavia la risultante della commistione di intenti e la buona sinergia fra i protagonisti del progetto si fanno apprezzare per la loro sincera passione per il jazz e tutto ciò che possa essere collegato a questo meraviglioso genere.


Matteo Mosca - Jazzitalia, 2012

Siamo sinceri: a giudicare dal titolo e dalla strana copertina, ci aspettavamo un disco cervellotico e labirintico. Invece no. Dalle primissime note si avverte quanto siano melodiche e orecchiabili queste composizioni, pur con arrangiamenti curatissimi. D'altronde Corrado Abbate è un pianista di formazione classica, ma con il gusto per l'esplorazione musicale: dal modale di Guajira (con un arrangiamento alla My Favorite Things) alle canzoni popolari con Vitti 'na crozza. Il tutto impreziosito dalla tromba di Flavio Boltro. Trascinante il jazz-rock di Don't ask me why, mentre la title-track è una perfetta sintesi di crossover musicale. Infine i soli di Step Back esaltano e provano la valenza dei musicisti. Dopo Stultifera Navis (2005), Dummy and Human è la seconda uscita discografica per il progetto Jazzcom.


Guido Festinese - Il Giornale della Musica, 2012

Si va facendo corposo il catalogo di questa label, attiva dal 1995, inizialmente nel campo delle note classiche, poi approdata anche alla documentazione di parecchi musicisti di valore del jazz italiano. Come Flavio Boltro, ad esempio: ospite speciale di un progetto di moderno, serrato hard bop declinato in tutte le possibili accezioni ad opera del pianista Corrado Abbate - gran tocco ritmico - che firma tutte le composizioni. Boltro svetta soprattutto nei brani di più ampia campitura, come Don't ask me why, dove ha modo di spiegare un fraseggio dall'architettura impeccabile, ma senza freddezza, come avviene per tanti colleghi più giovani. Impressionano anche i due sassofonisti, Danilo Pala al contralto e Gigi Di Gregorio.

Collegamenti:
Recensioni del cd "Dummy and Human"
Intervista a Corrado Abbate
Recensioni del cd "Stultifera Navis"
Recensioni del cd "Speed Jazz"
Recensioni del cd "Brecce"