Mike Mainieri & Marnix Busstra Quartet / Trinary Motion

Mike Mainieri / Marnix Busstra Quartet - Trinary Motion - NYC Records - 2010

La collaborazione fra il grande vibrafonista americano Mike Mainieri (fondatore e leader degli Steps Ahead) e il chitarrista olandese Marnix Busstra cominciò con un’ospitata di Mainieri nel cd “It’s all in the mind”, della band Second Vision. In seguito Mike collaborò più volte sia con la Second Vision che con il trio acustico dello stesso Busstra. Nel 2009 questo gruppo divenne il Mike Mainieri / Marnix Busstra Quartet e registrò un cd dal titolo Twelve Pieces, che ebbe ottima accoglienza di pubblico e di critica. Il nuovo cd si intitola Trinary Motion, ed è un album doppio che raccoglie alcune performances live del quartetto durante il tour europeo del 2008 e altri brani registrati in studio.

Busstra è uno dei chitarristi europei in attività più intriganti, nonchè un ispirato compositore. Suona anche il bouzouki, strumento tradizionale greco a quattro corde doppie, noto anche in Italia (me lo ricordo tra le mani di Mauro Pagani). C’è un’evidente affinità artistica fra Mainieri e Busstra, accomunati in particolare da una grande sensibilità melodica e da una straordinaria capacità di “controllo” della materia sonora che producono. I due leaders si integrano perfettamente, sorretti da una sezione ritmica di gran classe, costituita dal solido contrabbassista Eric van der Westen, già leader dei Quadrant, e da Pieter Bast, un batterista estremamente originale e creativo.

Ho conosciuto Mainieri alcuni anni fa. Al di là della constatazione diretta del suo spessore artistico e dell’emozione che ho provato nel suonare con uno dei miei miti, sono rimasto colpito dalla gentilezza di quest’uomo e dalla serenità che riusciva a trasmettere agli altri musicisti, mettendoli a proprio agio, in condizione di dare il meglio di sé. Questa è una dote che pochi musicisti possiedono e non è, a mio giudizio, meno importante della preparazione tecnico-musicale o dell’esperienza accumulata in carriera, anche se, almeno in parte, dipende proprio da questa.

Senza nulla togliere alle notevoli qualità dei tre musicisti olandesi, mi sembra che anche in questo caso Mike abbia fatto una delle sue magie, ottimizzando una situazione già di per sè valida e stimolante. La musica scorre in modo naturale dall’inizio alla fine, l’interplay è perfetto, le composizioni interessanti. Trovo più convincente il disco n. 2, con la bellissima Square Brown/From Father to Friend di Busstra, l’ottima versione di All in a Row (un brano di Mainieri che conoscevo già) e l’omaggio al grande Zawinul (Young and Fine).

L'unico limite, se proprio vogliamo trovarlo, è costituito dal tipo stesso di formazione: chitarra, vibrafono e contrabbasso, con il batterista che usa spesso le spazzole, non consentono grandi varietà timbriche. Se a questo si aggiungono dinamiche sempre volutamente controllate, le atmosfere dei vari brani finiscono per assomigliarsi un po’ fra di loro.

Corrado Abbate - "il Reportage", 2012

Collegamenti:
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Steve Coleman and Five Elements / Harvesting Semblances & Affinities
Jack DeJohnette / Music we are
Rosario Giuliani / Lennie's Pennies
Antonio Faraò feat. Darryl Hall, André Ceccarelli / Domi
Joshua Redman / Back East
Michel Camilo / Mano a mano
Gonzalo Rubalcaba / Faith
C. Corea & S. Bollani / Orvieto
Jazz Accident feat. Fabrizio Bosso / Play Mobil
Mike Mainieri & Marnix Busstra Quartet / Trinary Motion
Dario Chiazzolino / Paint your Life